L'endometriosi a tavola

L’endometriosi è una malattia benigna cronica, ormono – dipendente e infiammatoria, caratterizzata dal proliferare del tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina, in particolare nella zona pelvica, intestinale e della vescica.

Colpisce circa il 10% delle donne in età fertile e a causa della sintomatologia, può essere invalidante dal punto di vista fisico ed emotivo soprattutto perché, spesso, la diagnosi è tardiva.

La correlazione con la situazione ormonale è molto stretta, infatti nell’endometriosi è presente estrogeno-dominanza, cioè una condizione in cui la quota degli estrogeni è superiore rispetto al progesterone, in valore assoluto o percentuale. Una delle teorie sullo sviluppo di tale malattia vede proprio il coinvolgimento degli estrogeni, è però stato dimostrato che l’endometriosi stessa va a peggiorare il quadro di estrogeno-dominanza, portando di fatto la donna in un circolo vizioso di causa-effetto.

Si è inoltre notato come un eccesso di estrogeni contribuisca all’aumento di molecole pro-infiammatorie, andando a peggiorare il quadro della malattia stessa.
I sintomi più caratteristici dell’estrogeno dominanza sono: tensione al seno anche al di fuori del periodo premestruale, calo della libido, aumento di peso ingiustificato, sindrome premestruale accentuata, mal di testa.

SINTOMI DELL’ENDOMETRIOSI

La dismenorrea (cioè un ciclo molto doloroso) è la manifestazione più importante di questa malattia, i cicli sono estremamente dolorosi e spesso costringono la donna ad astenersi dalle attività quotidiane.
E’ spesso presente dolore pelvico anche non in corrispondenza del ciclo mestruale, inoltre molte donne lamentano dolore anche durante i rapporti sessuali.

Nel 75% dei casi l’endometriosi si accompagna a IBS (sindrome da intestino irritabile), intolleranza all’istamina, allergie alimentari e sintomi gastrointestinali generici.

CAUSE

Anche se, ad oggi, non si conosce con certezza la causa dello sviluppo dell’endometriosi, sappiamo che un ruolo importante è rappresentato dalla mestruazione retrograda. Si tratta di un reflusso di sangue mestruale dalle tube alla cavità pelvica. La presenza di sangue al di fuori dell’utero, in condizioni genetiche favorenti e/o in presenza di estrogeno dominanza, genera una risposta del sistema immunitario che può contribuire all’attecchimento e proliferazione del tessuto endometriale fuori sede. Tale sviluppo viene poi sostenuto e alimentato dalla produzione di molecole infiammatorie stimolate proprio dalla risposta immunitaria.

CONSEGUENZE

Se non opportunamente trattata, l’endometriosi può avere conseguenze pesanti sulla vita della donna.

Malattie cardiovascolari

Lo stato infiammatorio dovuto all’eccesso di tessuto endometriale può aumentare il rischio di sviluppare lesioni aterosclerotiche e dislipidemia. Tale rischio ha anche una base genetica, si è infatti scoperto che un gene coinvolto nello sviluppo del diabete è anche responsabile della predisposizione a sviluppare endometriosi. In questo quadro appare quindi fondamentale gestire lo stato infiammatorio anche controllando il peso corporeo; un eccesso di tessuto adiposo può infatti aumentare la produzione di molecole infiammatorie, portando quindi l’obesità e il sovrappeso tra i fattori di rischio nello sviluppo e nella progressione di tale malattia.

Infertilità

Sul lungo periodo, se non opportunamente trattata, l’endometriosi può portare infertilità e, nei casi più gravi, a cancro ovarico.

I meccanismi più comuni sono:

  • ü  La possibile ostruzione delle tube o la formazione di cisti endometriali, che spesso sono confuse con cisti ovariche e quindi con PCOS
  • ü  Il quadro infiammatorio che crea un ambiente non favorevole ad un eventuale impianto
  • üLo sbilanciamento ormonale tipico dell’endometriosi può portare a cicli anovulatori

ü  Gli interventi chirurgici che si rendono a volte necessari per eliminare il tessuto endometriale in eccesso possono essere estremamente invasivi a livello di utero e ovaio.
Ancora una volta è opportuno sottolineare che un eccesso di peso corporeo peggiora il quadro ormonale, aumentando la quantità degli estrogeni prodotti dal tessuto adiposo.

Disturbi intestinali

Come anticipato, vi è un forte legame tra IBS e endometriosi, tanto che spesso i sintomi si sovrappongono:

  • ü  Dolore addominale
  • ü  Dolore durante la defecazione
  • ü Dolore durante i rapporti

Per questo motivo molte volte la sintomatologia non viene precocemente riconosciuta, scambiandola, appunto, per Intestino Irritabile.
I disturbi intestinali possono però essere un campanello di allarme che non va sottovalutato.

ATTUALI APPROCCI

Le cure attualmente utilizzate sono di tipo medico, con chirurgia e/o terapia ormonale sostitutiva. Negli ultimi anni però si è confermato in modo importante il ruolo della nutrizione nella gestione della sintomatologia. Una dieta appropriata infatti può intervenire sullo stato infiammatorio e ridurre la sintomatologia, aiutando a ridurre lo stimolo iperproliferativo del tessuto endometriale

ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE

Anche se non direttamente collegato all’alimentazione, gioca un ruolo fondamentale la gestione dei disregolatori endocrini, sostanze cioè in grado di alterare il nostro equilibrio ormonale.

Tali sostanze sono presenti in alcuni pesticidi usati nelle colture intensive, nei cosmetici (i parabeni) e nella plastica utilizzata in cucina (contenitori, pellicole…), va quindi valutato non solo ciò che mangiamo ma anche ciò che utilizziamo tutti i giorni.

Il ruolo dei vegetali e delle fibre
Se da un lato è stato osservato ruolo fortemente antiossidante di vegetali biologici, necessario per il controllo dell’infiammazione e della loro attività a livello intestinale nell’eliminazione degli estrogeni, dall’altro la co-presenza di disturbi intestinali potrebbe costringere a rivedere le quantità e qualità di alimenti vegetali.

Il glutine

È stato ampiamente dimostrato che l’eliminazione del glutine ha portato a miglioramenti della dismenorrea, diminuendo in modo considerevole il dolore. Tale intervento è positivo anche nella gestione dei disturbi intestinali.

I latticini

Anche la diminuzione/eliminazione di latte e derivati si è dimostrata positiva su dismenorrea e infiammazione. Il loro consumo infatti stimola la produzione di
insulina che è un ormone ad alta attività infiammatoria.

La carne rossa e le proteine

È stato dimostrato che un eccesso di carne rossa è legato ad un aumento del rischio di sviluppare la malattia. Tale aumento è dovuto non alla presenza dei grassi ma di una molecola,  il gruppo eme, che lega il ferro e che sembra avere un’attività stimolante verso l’infiammazione.

La quota proteica, in generale, deve essere come da fabbisogno, senza eccedere; in particolare le proteine animali dovranno essere di ottima qualità, prediligendo
carne grass-fed, pesce pescato e non allevato, uova biologiche.

La soia

L’alto contenuto di omega6 rende la soia un alimento da evitare nell’ambito della gestione dello stato infiammatorio. Inoltre ad oggi non ci sono ancora certezze sull’impatto dei fitoestrogeni in essa contenuti sull’equilibrio ormonale femminile, motivo per il quale in presenza di estrogeno-dominanza o endometriosi è opportuno evitare tale alimento.

I grassi

Sono da preferire grassi mono-insaturi, derivati da olio extravergine di oliva, avocado e noci di macadamia. Possono avere un’attività positiva a livello intestinale anche il burro ghee biologico e il burro di cocco.

Bevande

Oltre ad eliminare le bevande zuccherate, sono da ridurre fortemente the, caffè e alcool per il loro ruolo sul mantenimento dell’infiammazione e aumento della
quota di estrogeni.

Il Ferro

Molto spesso chi soffre di endometriosi presenta forti carenze di ferro, dovute a mestruazioni abbondanti. Per questo è importante fare attenzione ai cibi che limitano l’assorbimento di questo sale minerale come alimenti ricchi in calcio, l’eccesso di fibra e anche il the verde.

L’INTEGRAZIONE

La Vit D: per il suo ruolo antinfiammatorio, antiproliferativo e immunomodulatore, l’integrazione di Vit D è fortemente consigliata, nelle dosi che lo specialista riterrà più opportune.

Omega3/Omega6: il bilanciamento degli omega è alla base della gestione dell’infiammazione, il loro rapporto alterato in favore degli omega6 è anche associato alla dolorabilità mestruale. Oltre ad integrare con omega3 è opportuno ridurre gli alimenti contenenti omega6 come soia, prodotti confezionati/industriali che sono ricchi di oli vegetali.

CONCLUSIONI

L’approccio nutrizionale per la gestione dell’endometriosi è estremamente complesso, richiede un’attenta valutazione della sintomatologia e dello stadio della malattia, oltre che delle eventuali terapie mediche. I punti focali, in ogni caso, riguarderanno la gestione dell’infiammazione, anche attraverso il controllo del peso corporeo e della produzione di insulina e il bilanciamento ormonale.

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