LA VIT D: DALL’AUTOIMMUNITA’ ALLA FERTILITA’

La vit D è forse la vitamina più conosciuta (e utilizzata) nel campo della nutrizione.
Ciò che molti ancora non sanno è che questa molecola non è una semplice vitamina, ha esplica un ruolo ormonale nel nostro corpo, in concerto con il suo recettore, e i suoi effetti sono estesi non soo al metabolismo osseo, ma anche al sistema immunitario e alla fertilità.

LA FORMAZIONE

A livello cutaneo, grazie a raggi solari, una sostanza, il 7- deidrocolesterolo (bisogna leggerlo almeno tre volte per pronunciarlo correttamente…..) , viene trasformato in colecalciferolo, che è la forma inattiva della vit d.

Il colecalciferolo a sua volta viene trasportato, grazie a specifici taxi presenti nel sangue (le DBP – vit D Binding Protein, le proteine trasportatrici della vit D) al fegato dove viene “attivato” nella forma circolante (ma ancora non attiva) della vit D: il 25-idrossicolecalciferolo (sempre nomi semplici insomma…) . A questo punto serve solo l’accensione della sua attività, per farla diventare calcitriolo,  che avviene a livello renale a seguito di specifici segnali organici e con il controllo di un altro ormone, il Paratormone (si lo so, è un pochino complicato ma ho quasi finito la parte noiosa!).

Tali segnali dipendono soprattutto dai livelli di calcio presenti nel sangue.

Tutte queste trasformazioni sono guidate da delle molecole importantissime, degli enzimi, che consentono alle reazioni chimiche di avvenire piuttosto in fretta e in modo corretto.

La vit D lavora bene solo grazie al suo recettore (una specie di serratura che permette alla vitamina di funzionare una volta che abbia raggiunto le cellule o i tessuti), presente sulle cellule, il VDR che ne modula e regola l’attività.

VIT D E METABOLISMO OSSEO

Il ruolo più famoso della vit D è quello di regolare, insieme al paratormone e alla calcitonina i livelli di calcio e fosforo nel sangue e quindi il metabolismo osseo.

Infatti la vit D agisce a livello intestinale promuovendo l’assorbimento del calcio e di fosforo e favorisce la mineralizzazione ossea (cioè il deposito di calcio nelle ossa)  mentre  a livello renale stimola il riassorbimento del calcio (che ritorna quindi in circolo senza essere eliminato).

Il delicato equilibrio dei livelli di calcio e fosforo nel corpo è mantenuto grazie ad altri due ormoni, la calcitonina e il paratormone: la calcitonina ha effetti opposti alla vit D, andando a diminuire i livelli plasmatici di calcio mente il paratormone stimola il rene a produrre vit D in risposta a bassi livelli di calcio; e sono proprio i livelli di calcio a regolare a loro volta la produzione e l’attività di questi ormoni.

Bassi livelli di vit D aumentano il turnover osseo (cioè la perdita di calcio dalle ossa), ne diminuiscono la densità e sono associati con un aumento del rischio di frattura.

Affascinante vero? 

In foto il complicato metabolismo della vit D

VIT D E SISTEMA IMMUNITARIO

Negli ultimi 20 anni gli studi sugli effetti pleiotropici della vit D hanno dimostrato un ruolo che va ben oltre il metabolismo osseo, scoprendo che il recettore per la vit D, il VDR, e un importante enzima Necessario all’attivazione della vitamina (il CYP27B1) sono presenti in molte altre cellule al di fuori di ossa e reni, ad esempio nell’intestino, nel pancreas e nella prostata, ma soprattutto è stato scoperto che sono presenti in molte cellule coinvolte nel sistema immunitario.

Facciamo un passo indietro.

Il nostro sistema immunitario funziona in due modi:

  1. una risposta veloce, istantanea, chiamato sistema innato, che comprende cellule (macrofagi, cellule dendritiche, mastociti), proteine con attività antimicrobica (le defensine), componenti antinfiammatori umorali (il sistema del complemento) e particolari recettori cellulari in grado di riconoscere i patogeni anche vere e proprie barriere fisiche (la pelle, la mucosa intestinale…). Fanno inoltre parte del sistema innato anche tutte le barriere fisiche come pelle, mucosa intestinale, le cellule dell’endotelio vascolare ecc.
    E’ quello che risponde subito, velocemente, a qualsiasi attacco all’organismo, sono le sentinelle sulle torri di controllo che possono anche avvisare le linee più interne, cioè il sistema adattivo
  2. Una risposta più lunga, il sistema adattativo appunto, in cui vengono prodotte cellule che chiamiamo Linfociti e che sono anche in grado di memorizzare il nemico con cui vengono in contatto attraverso la produzione di anticorpi.

Gli studi ci hanno confermato che la vit D è in grado di regolare il sistema immune innato grazie alla sua azione sulla produzione di peptidi antimicrobici (le defensine) da parte dei macrofagi.
Inoltre è in grado di aumentare alcune particolari funzioni del sistema innato atte ad una veloce eliminazione dei patogeni (cioè dei nemici) . Si è infatti notato che a seguito dell’esposizione ad un patogeno le cellule del sistema immunitario hanno over-espresso (cioè ne hanno molto!) sia il recettore della vit D sia l’enzima per l’attivazione della vitamina stessa, che avviene localmente nella sede dell’infezione e aumenta anche la capacità delle cellule di fagocitare (mangiarsi) i nemici e rinforza la funzione delle barriere mucosali epiteliali e intestinali.

A livello di sistema immunitario adattativo (quello cioè che permette la produzione degli anticorpi e che ci rende immuni da molte malattie una volta contratte) invece vit D e VDR hanno un importante ruolo nella sua regolazione: è stato infatti dimostrato il loro effetto soppressivo sull’autoimmunità, la loro capacità di promuovere la differenziazione di alcuni linfociti e di ridurre i TH17 (una famiglia di linfociti che promuove l’infiammazione) e le citochine proinfiammatorie da essi prodotte. 
In altre parole, pare che la vit. D, insieme alle attività del suo recettore, riesca a calmare il sistema immunitario iper attivato in chi soffre di malattie autoimmuni, andando a “spegnere” proprio le molecole che causano l’infiammazione che è alla base di molti sintomi

 

VIT D E MICROBIOTA INTESTINALE

Il microbiota intestinale (l’insieme dei batteri che abitano il nostro intestino) è fondamentale per la salute del nostro organismo e per la corretta funzione del nostro sistema immunitario.

Molti studi suggeriscono che la vit D abbia un ruolo nel mantenimento del delicato equilibrio esistente tra microbiota intestinale e ospite e nel sistema di immunomodulazione (cioè di regolazione del sistema immunitario).
La vit D garantisce il corretto funzionamento della barriera mucosale intestinale, fondamentale per la salute dei batteri, preservando l’intestino dallo sviluppo di permeabilità intestinale, che è associata a stati infiammatori sistemici.

In vitro è stata dimostrata la capacità della vit D di influenzare la composizione del microbiota, sembra infatti aumentare la capacità dei macrofagi (cellule che fanno parte del sistema immunitario con l’azione di fagocitare – mangiarsi – gli agenti pericolosi per la salute) di eliminare la sovracrescita di Escherichia Coli (un battere piuttosto fastidioso se cresce troppo di numero…).

Altri studi su modelli animali hanno dimostrato come bassi livelli di vit D siamo correlati a disbiosi e a ridotte risposte alle infezioni da parte dell’epitelio intestinale.

Gli studi osservazionali sull’uomo hanno mostrato come bassi livelli di vit D siano correlati  ad un aumentato rischio di sviluppare IBD (infiammazioni croniche intestinali, cioè Rettocolite Ulcerosa e Morbo di Chron), mentre alti livelli di vit D sembrano proteggere questi pazienti dell’infezione da Clostridium Difficile (altro battere piuttosto fastidioso!).

È infine stato dimostrato che in paziente affetti da IBD vi è una ridotta espressione (del 50%) del VDR (il recettore della Vit D), ma in questo campo gli studi sono ancora in corso.

Infine recenti studi sulla fibrosi cistica hanno mostrato che una carenza di vit D è associata ad una composizione diversa del microbiota.

VIT D E CANCRO

Negli ultimi anni studi in vitro hanno inoltre dimostrato come la vit D abbia effetto sulla divisione cellulare delle cellule tumorali, andando di fatto a bloccare un passaggio fondamentale dei quello che viene definito ciclo cellulare e che porta alla divisione delle cellule.
Inoltre la vit D influenza l’aderenza e la migrazione cellulari (i meccanismi alla base delle metastasi), e riduce l’invasività delle cellule tumorali.
Molte cellule tumorali, infatti, presentano sia il VDR (il recettore per la vit D), ma anche per gli enzimi che la attivano, che conferma che le cellule possono attivare localmente la vitamina e questo non ha effetti sull’omeostasi del calcio ma pare avere implicazioni nella progressione tumorale. L’espressione del recettore è un prerequisito per l’azione antineoplastica della vit D e molti studi suggeriscono che l’espressione del recettore sia correlata ad una prognosi più favorevole, in particolar modo per i tumori ormono-dipendenti che presentano recettori per gli Estrogeni e gli Androgeni.

E’ stato indagato il ruolo della vit D nel cancro al seno con studi sperimentali preclinici e si è confermato il suo effetto sull’inibizione della divisione cellulare e della proliferazione nelle cellule tumorali.

Nelle donne in menopausa che presentano un eccesso di peso corporeo, che aumenta il rischio di sviluppo di cancro al seno ormono-dipendente,  la vit D può ridurre il rischio di sviluppare la malattia grazie alla sua capacità di regolare l’espressione de recettore per gli estrogeni, riducendo la sintesi e il segnale di questi ormoni.

VIT D E TIROIDE

Negli ultimi anni molti studi hanno mostrato che la suscettibilità individuale allo sviluppo di malattie autoimmuni è associata, a livello genetico, ai geni che codificano gli enzimi per l’attivazione della vit D e il suo recettore.

Le tiroiditi autoimmuni, in particolar modo la tiroidite di Hashimoto, sono le più comuni affezioni a carico di questa ghiandola, presentano uno sbilanciamento tra due famiglie di linfociti, i TH1 e i TH2 in favore dei primi che stimolano lo stato infiammatorio. Si manifestano con una moltitudine di sintomi: stanchezza, aumento di peso, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali, problemi di fertilità…

La vit D, abbiamo visto, ha un ruolo fondamentale nella regolazione del sistema immunitario, in particolare favorisce la produzione dei linfociti TH2 e di citochine anti-infiammatorie ad essi associati.

Studi sull’uomo hanno evidenziato inoltre un’associazione tra carenza di vit d e Tiroiditi Autoimmuni e vi è anche un’associazione con la presenza degli anticorpi anti-tiroide, tanto che i livelli sierici di vitamina D sono inversamente correlati con i livelli di Anticorpi Anti-tpo, che si sono sensibilmente abbassati dopo 4 mesi di supplementazione adeguata.
Questo campo rimane ancora aperto a nuove investigazioni, ma il ruolo di questa vitamina nelle affezioni del sistema immunitario ormai è comprovato.

VIT D E FERTILITA’ FEMMINILE

Negli ultimi anni si è sempre più affermato il ruolo e l’importanza di adeguati livelli di vitamina D a supporto della fertilità femminile e della gravidanza.

In caso di Sindrome dell’ Ovaio Policistico una adeguata supplementazione di vit D avrebbe benefici sia sullo stato infiammatorio sia sui meccanismi di regolazione della glicemia, regolando l’espressione dei recettori dell’insulina.
È stata inoltre fatta una associazione tra bassi livelli di vit D e ciclo mestruale irregolare e sindrome premestruale importante. Vi è, inoltre, una correlazione positiva tra vit D e Ormone Antimurelliano, anche se, in questo caso, gli studi sono ancora in fase iniziale.
Recettori per la vit D sono stati scoperti anche nel tessuto endometriale e in generale nell’apparato riproduttivo, questo ha potuto dimostrare il ruolo di questa Vitamina nella risposta immunitaria endometriale e nella corretta produzione e maturazione degli ovociti.
Infine bassi livelli di vitamina D sono associati a maggior frequenza di aborti e minori tassi di gravidanza, anche per quanto riguarda i percorsi di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita)

Per concludere

I ruoli della Vit D vanno ben oltre l’equilibrio del calcio e del fosforo per mantenere la salute delle ossa, è sempre più sottolineato il suo ruolo ormonale e le iterazioni in moltissimi condizioni patologiche.
Per tale motivo la sua integrazione va attentamente valutata e stabilita da un professionista, evitando il fai da te che potrebbe portare a scompensi anche gravi.

 

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